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MILANO – Doppio, prestigioso riconoscimento per l’Artchipel Orchestra, il collettivo fondato e diretto dal batterista e compositore Ferdinando Faraò: l’ensemble milanese si è aggiudicato, nei giorni scorsi, il “Top Jazz 2022” indetto dalla rivista Musica Jazz come miglior formazione dell’anno e con l’album “Musiche di Jonathan Coe” si è classificato al secondo posto nella categoria “Disco dell’anno”, alle spalle di “The Song Is You” di Enrico Rava e Fred Hersch. Un risultato notevole, che si aggiunge ai tanti premi ottenuti in passato dalla critica specializzata: l’Artchipel si è aggiudicata, infatti, il Top Jazz come miglior gruppo italiano anche nel 2012 e nel 2017 e si è classificata al secondo posto nel 2014. L’ultimo attestato di stima in ordine di tempo inorgoglisce, com’è comprensibile, Ferdinando Faraò, deus ex machina dell’orchestra lombarda: «Questo risultato è un riconoscimento che ci riempie di entusiasmo, un’ulteriore conferma e un ulteriore apprezzamento del nostro lavoro. Apprezzamento giunto anche da musicisti del calibro di Franco D’Andrea e Claudio Fasoli. Il progetto è nato in collaborazione con Jonathan Coe, che abbiamo incontrato per la prima volta nel 2012, quando lui scrisse le note di copertina di “Never Odd Or Even”, il nostro primo disco. Dieci anni dopo è nato “Musiche di Jonathan Coe”, con il quale abbiamo messo in moto un vero e proprio cantiere in cui si scelgono i brani, si discute sui possibili arrangiamenti, si elaborano idee e sviluppi. Un processo alla base del quale c’è stato un vero e proprio gioco di squadra, un’operazione collettiva ampia e condivisa».

Nata nel 2010, l’Artchipel Orchestra ha pubblicato fino a oggi sei dischi: oltre a “Never Odd Or Even” feat. Phil Miller, “Artchipel Orchestra Plays Soft Machine” (2014), “To Lindsay: Omaggio a Lindsay Cooper feat. Chris Cutler” (2017), “Batik Africana Suite” con l’Orchestra di via Padova (nel 2020), “Truly Yours – Musiche di Phil Miller” (sempre nel 2020) e, per l’appunto, “Musiche di Jonathan Coe”, pubblicato lo scorso anno. I Cd sono acquistabili sul sito della band all’indirizzo sites.google.com/site/artchipelorchestra.

Come si evince dalla sua ricca discografia, la formazione milanese, che si è esibita nei principali festival jazz italiani, è passata da un repertorio di brani originali ad arrangiamenti propri di composizioni scritte negli anni Settanta, Ottanta e Novanta da Mike Westbrook, Alan Gowen, Fred Frith, Dave Stewart e, più di recente, Jonathan Coe. Da sempre, infatti, l’Artchipel ha nel suo Dna una spiccata vocazione internazionale e può vantare prestigiose collaborazioni con musicisti del calibro di Keith Tippett, Julie Tippetts, Mike e Kate Westbrook, Karl Berger, Ingrid Sertso, Adam Rudolph, Cyro Baptista ma non solo.

L’Artchipel è un progetto in divenire ad assetto variabile: alla realizzazione dell’album “Musiche di Jonathan Coe” hanno contribuito Marco Fior (tromba), Alberto Bolettieri (trombone), Rudi Manzoli (sax soprano), Andrea Ciceri (sax alto), Germano Zenga (sax tenore), Rosarita Crisafi (sax baritono), Alberto Zappalà (clarinetto basso), Carlo Nicita (flauto), Paola Tezzon (violino), Jonathan Coe (tastiere), Luca Pedeferri (pianoforte, fisarmonica), Luca Gusella (vibrafono), Giuseppe Gallucci (chitarra), Gianluca Alberti (basso elettrico), Stefano Lecchi (batteria), Lorenzo Gasperoni (percussioni), Naima Faraò e Francesca Sabatino (voci), Ferdinando Faraò (direzione e arrangiamento), Beppe Barbera (arrangiamento), Francesco Forges (arrangiamento) e Andrea Serino (arrangiamento). A proposito dell’album, Coe ha affermato: «Compongo da sempre. Il mio scopo è sempre stato quello di creare musica accessibile, con influenze jazz e una forte enfasi sulla melodia. Ho sempre sognato di sentirla eseguita da grandi interpreti. Ora Ferdinando Faraò e l’Artchipel Orchestra non solo hanno realizzato il mio sogno, ma hanno superato le mie aspettative: il talento, l’energia e l’inventiva di questi grandi artisti e arrangiatori hanno trasformato la mia musica in qualcosa di cui posso essere davvero orgoglioso».

Da segnalare, infine, le numerose iniziative alle quali il collettivo milanese sta lavorando: «Continuerà la nostra collaborazione con Jonathan Coe – conclude Ferdinando Faraò – allargando il nostro repertorio con brani inediti. Nei prossimi mesi, inoltre, porteremo in scena due progetti a cui siamo molto legati: il primo, “Tubular Bells Variations”, è dedicato alle musiche di Mike Oldfield mezzo secolo dopo la pubblicazione dell’album “Tubular Bells”; il secondo è “The world of György Ligeti feat. Esther Flueckiger” ed è un omaggio al grande compositore di origine ungherese nel centenario della nascita».


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