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Remember the future – cover dell’album

Remember the future è la nuova pubblicazione discografica del contrabbassista/compositore Giovanni Sanguineti, uscita a giugno 2020. L’opera, prodotta dell’etichetta Da Vinci Jazz, è un concentrato di brani originali scritti dallo stesso Sanguineti, ed eseguiti in formazione trio con la partecipazione straordinaria del sassofonista Mattia Cigalini.

Giovanni Sanguineti

Sanguineti, ligure di nascita, dopo una brillante formazione universitaria e musicale, ha pubblicato numerosi album nel corso di una fiorente carriera: “Hard to find” (2009), “Mindfulness” (2010), “Along came Benny” (2012), “Vibes & Moods” (2014). Costiutisce il Nextrio con Mario Zara e Nicola Stranieri e realizza “Gnothi Seauton” (2016). La fortunata e vincente collaborazione con Zara e Stranieri, ha dato vita oggi a “Remember the future” che fa emergere tutto il sound e l’interplay di un trio di alto livello, che viene impreziosito dal talento di Cigalini. Dal primo ascolto si sente subito un sound profondo e ricco, ricercato ma non soverchiante di inutili manierismi o cliché.

Brano d’apertura è “Once upon a tomorrow“: arioso e dal tema orecchiabile, delegato alla formazione trio classica. Il Nextrio si presenta all’ascoltatore con una composizione che sa di una bella modernità di scrittura, offrendo un clima fresco e diretto, dove ad aprire le danze è il solo di pianoforte di Mario Zara. Mentre la sezione ritmica dipana un sound incalzante, il pianoforte, senza mai gridare o strappare le note, esegue un solo dapprima melodico e frammentato, poi con influenze più moderne e out, passando il testimone a Sanguineti. Il solo di contrabbasso è accompagnato con delicatezza e armonia dal resto del gruppo, conferendo un senso di naturalezza molto gradevole, una continuità che poche volte si sente durante i soli di questo strumento. Con altrettanta naturalezza il solo è un vero e proprio canto, quasi come se fosse una nuova melodia, con linee di gusto. Il tema di chiusura è poi arricchito dall’incedere del solo di batteria, in cui Nicola Stranieri anch’esso misurato e forte di esperienza, si esprime con grande senso di equilibrio.

Mattia Cigalini

Le identità del giorno” è la traccia seguente in cui al Nextrio si aggiunge il prorompente e dirompente sax contralto di Mattia Cigalini. Un brano composto da varietà ritmiche e melodiche, dapprima con un confortante 3/4 poi un incalzante ritmo swing di 4/4. Nei 3 minuti del brano, l’alternanza ritmica fa da sfondo al sax, che espone il tema e prosegue con un solo intriso di modernità ed energia unici.

Old time remedies” è un medium swing che colpisce per il suo tema e la sua armonia penetranti, in cui la sezione B ci rallegra ancor di più con i suoi stacchi ritmici coinvolgenti. Il Nextrio qui dà prova di grande maestria nell’innalzare la musica a un livello di qualità considerevole, che, come una bianca tavolozza, viene dipinta dal superbo assolo di Mattia Cigalini. Fioriture, sfumature, chiaroscuri, raddoppi, dissonanze, armonici, tutti gli elementi che Cigalini può inserire nel solo vengono esposti con progressiva intensità, in un brano che sembra scritto di proposito per il giovane talento e le sue innumerevoli capacità espressive!

Caleidoscopio e labirintico è “Utopsia“, con un tema che si ripete su un tempo (di 3/4) e un’armonia ipnotici, dove il pianoforte dopo l’esposizione prosegue col il momento di assolo. C’è una netta distanza compositiva fra il brano precedente e Utopsia, che va accolta di buon grado dall’ascoltatore, per due motivi a mio avviso. Sanguineti è abile, con esperienza e consapevolezza ha disposto l’ordine delle tracce per accentuare e valorizzare le caratteristiche di due sonorità differenti, a volte anche divergenti. In secondo luogo la capacità compositiva in sè del Sanguineti consente un’ampia spaziatura stilistica, senza perdere di personalità. Il brano, si conclude con una coda di pianoforte dallo stile spartano e carnascialesco, quasi a cercare un contatto con l’ascoltatore e invitarlo, con sana ironia, a non prendere troppo sul serio un brano ricco di particolari armonici e spigolature intriganti.

Le torri di rodia“, con fattezze uniche, diverse ma uguali del Sanguineti, è una composizione dal tema ampio e anch’esso orecchiabile. La successione dei soli vede stavolta Giovanni Sanguineti partire per primo. Un contrabbasso melodico, nel vero senso della parola. La cura e la ricerca di ciascuna nota non devono farci perdere di vista il valore di questo suo approccio, scevro da inutili voli pindarici o verbosità  in cui si rifugiano a volte i musicisti con carenza di idee. Il gioco melodico di Sanguineti è seguito dal pianoforte che con grande intensità espone un assolo veramente gustoso: con un bel crescendo raggiunge il climax con naturalezza e accompagna il nostro orecchio dove vuole lui. La batteria, nel frattempo, esegue giochi ritmici progressivamente più complessi, come controtempi o sovrapposizioni ritmiche, per poi seguire il pianoforte e diventare una cosa sola. Il Nextrio si sente tutto, anche in passaggi come questi, e ci lascia immaginare quali saranno le prossime opere di cui godremo dopo “Remember the future”.

Nextrio, da sinsitra: Stranieri, Sanguineti, Zara

Mattia Cigalini con note dal gusto nostalgico e malinconico, ci introduce a “Perseidi“, una bella ballad. Dopo l’esposizione tematica, il sax svetta in acuti di grande effetto e con arpeggi e intervalli ampi esegue un assolo molto in sintonia col clima del brano. In questa progressione dà il  giusto lancio al solo del pianoforte di Zara. Quest’ultimo dialoga con la batteria in frasi ritmicamente accattivanti di progressivo slancio e ricchezza, che trovano risoluzione nel tema finale.

In successione troviamo “Distopia” (un up 4/4 da 16 misure) in cui il Nextrio come un fiume in piena esegue un tema ricco di swing e modernità. Zara, nel solo a doppia ottava, offre citazioni della tradizione -come Sweet Georgia Brown – e un solo pieno di ritmo e linee armoniche in sovrapposizione al brano.

Il bel lavoro discografico si conclude con la composizione chiamata “When air becomes breath“, che si caratterizza all’ascolto da un tono solenne. Il gruppo introduce con un ampio crescendo il tema proposto all’unisono di sax e pianoforte. Zara apre i soli, che con esperienza e concretezza mette in pratica gioco di spazi, alternanze fra mano destra e sinistra che incita la sezione ritmica al crescendo e all’intensità. Per poi arrivare al Cigalini che esordisce con sonorità dissonanti e moderne, quasi a voler strappare via l’aura di cantabilità propria del brano. Una contrapposta interpretazione del solo che con irruenza porta il brano su atmosfere variegate, offrendo una morfologia sonora in evoluzione. Dopo il sax, la chiusura è delegata nuovamente al piano che riapre i giochi per la coda del sax. Un po’ come succede per la meccanica del respiro in cui è naturale un’alternanza di inspirazione ed espirazione, questo brano è strutturato in modo da riproporre i momenti fondanti, tutti suonati in modo eccellente e carichi di significato da ciascun esecutore.

Ottimo lavoro per Giovanni Sanguineti, Nextrio e Mattia Cigalini. Buon ascolto!


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