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E se d’un tratto, camminando per una strada familiare, ci passasse d’avanti un gatto nero e ci ritrovassimo in caduta libera, in un’altra dimensione in cui dappertutto c’è la nostra immagine riflessa nell’acqua che, come frattali, ci mostrasse frammenti di cielo?

Allora significa che abbiamo messo in cuffia “Il Gioco” del Trio bassless marchigiano, edito ad agosto 2020 da Emme Record Label.

Fra le apprezzate e avvincenti produzioni dell’etichetta reatina, le sperimentazioni sono all’ordine del giorno e il nuovo disco “Il Gioco” lo dimostra grazie a un trio che sconvolge i nostri piani. Con una sperimentazione coraggiosa ma gestita in modo opportuno Thomas Lasca (chitarra), Leonardo Rosselli (sax tenore, soprano e clarinetto), Andrea Elisei (batteria) e con la partecipazione di Francesco Savoretti (percussioni) riescono a portare a casa un grande risultato. “Suvvia, un gruppo senza basso, in un disco per di più… cosa diamine vuoi farci ascoltare?”. Gli scettici, come sempre, rimarranno fortemente delusi.

Mentre i leoni delle dietrologie si chiederanno: “Ma quindi qual è l’obiettivo? Farsi fuori i bassisti?” Non è quello di uccidere finalmente il bassista, reo di aver fatto qualche assolo o basso pedale di troppo, ma di dimostrare che la musica è un flusso il cui incedere, la cui forza e pervasività, può essere espresso anche senza uno strumento così importante. Ma decisivi sono stati i componenti, gli arrangiamenti, il loro interplay, l’uso opportuno dell’effettistica: con un mix opportunamente dosato il Trio bassless marchigiano ci conduce in quelle lande, fatte di allucinazioni e atmosfere di cui si parlava nell’intro della recensione.

Già con l’apertura del lavoro veniamo sbalzati nella nuova dimensione, delegata al virtuoso e potente sax tenore di Leonardo Rosselli, che fa da introduzione al brano Portual Dance. Quest’ultimo nei suoi 8 minuti di musica ci racconta di atmosfere mediterranee. Dagli occhi furbi e intriganti è il successivo Black cat, in cui la bella melodia all’unisono di sax e chitarra, trova completamento con gli incastri di “basso”, realizzato con opportuni voicing della sei corde, dove ritmicamente la batteria di Elisei trova un intreccio molto dinamico e preciso, adamantino.

E non può che incuriosire il successivo 7/4 Free fall, con il suo ritmo di per sè ipontico, l’accompagnamento di batteria moderno e frenetico, il giusto con l’andamento del melos, che si legano perfettamente al piano armonico, dandoci un senso di freschezza e ampiezza. L’uso degli effetti è anche qui la ciliegina sulla torta, ad impreziosire non solo la chitarra ma anche il sassofono.

Il Trio bassless marchigiano ci colpisce per il suo andamento dinamico e interplay, infatti l’espressività del gruppo non teme i flussi di coscienza e musicali che si intraprendono nelle esecuzioni, siano esse delle esposizioni tematiche che delle improvvisazioni.

Infatti Serrado, ci incanta con un tema al clarinetto e una traccia omoritmica scambiata fra i vari strumentisti in tutti i momenti del brano, offrendoci una chiave di lettura diversa della musica.

Evocativo e nostalgico Sky watcher con un tema molto interessante dove la melodia la fa da padrone. Un bel mood distensivo e lineare si apprezza in questo brano, che offre un po’ di contrasto alle spigolature ascoltate nei brani precedenti. Water reflection, sa di mainstream e bop, ma sempre interpretato dal Trio bassless marchigiano con grande personalità e cura. Come onde che si disperdono, il brano poi ha delle derive molto curiose, che non voglio svelarvi troppo.

Sul finire di questa bottiglia di questo Verdicchio di Matelica, troviamo altre due sorprese: il frenetico e incalzante e bopparolo A bright new morning, dove si apprezza particolarmente il sax soprano di Rosselli, e un fischio che ci ricorda che è l’ora andare. Hearing a whistle ci sveglia da quella caduta libera. E questa straordinaria degustazione musicale del Trio bassless marchigiano finisce qui, in queste pagine, ma continua nel disco e, speriamo quanto prima, live!

 


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