Come è tutta la vera musica, sì tanta teoria, studio ed esercizio… ma il nome di questo gruppo, che ringraziamo per averci onorato del suo tempo e grande cortesia a raccontarci la propria storia, ci ricorda quanto la musica nasca e si nutra del nostro inconscio.
Si chiama, appunto, “Illogic trio”, questo fenomenale gruppo composto da Lucio D’Amato al pianoforte, Gabriele Pagliano al contrabbasso e Ugo Rodolico alla batteria che abbiamo il piacere di ascoltare e conoscere in occasione dell’uscita della prossima uscita del brano “Dancing with the big bang” singolo che ci fa venire l’acquolina in bocca per nuovi brani e produzioni del gruppo.
Creato dai tre artisti nel 2011, l’Illogic trio è un inarrestabile ed eclettico trio di musicisti che hanno attinto a numerose esperienze e stili musicali, oltre che dal talento dei singoli. Facciamoci raccontare dai diretti interessati questa fantastica avventura, con il loro passato, presente e futuro!
Com’è nata la vostra passione per la musica?
Ogni passione nasce da una sensazione, da una immagine che definisce una sorta di carta di identità musicale per ogni individuo. Per uno di noi (Ugo) per esempio lo sviluppo della passione musicale era legato ad immagini serali di un salone al settimo piano di un palazzo di Napoli pieno zeppo di vinili di uno zio e di ore passate a posizionare la puntina del giradischi sugli album dei Pink Floyd.
Cosa significa e com’è nato il nome “Illogic trio”?
Come spesso capita, il nome di una band nasce del tutto casualmente. Così è stato per il nome “Illogic Trio”, nato durante una prova dove, vista la necessità di registrare le prime idee, abbiamo utilizzato un’applicazione musicale chiamata “Logic”. Al termine dell’ascolto il contrasto tra ciò che avevamo suonato ed il nome del programma ci ha fatto esclamare: “Più che Logic, questa musica sembra registrata su Illogic!”. Ed eccoci…
Come è stato concepito il singolo “Dancing with the Big Bang”?
Il singolo nasce da una immagine che diventa musica attraverso un processo compositivo abbastanza lungo che può essere sintetizzato nel termine “composizione condivisa” già analizzata da alcuni musicisti come David Byrne nel suo libro “How Music Works” quando scrive che “la musica scritta con un lavoro di squadra rende incerta la paternità di un pezzo” […]. I brani non nascono già ben definiti nella mente creativa di un solo musicista ma prendono forma lentamente attraverso un lavoro di artigianato collettivo grazie al quale una cellula melodica, armonica o ritmica originale viene per molto tempo lavorata e smontata, ricomposta e trasformata fino a prendere la forma definitiva. “Dancing with the Big Bang” descrive il passaggio dal caos della nascita dell’universo all’armonia delle forme spaziali (pianeti, galassie, stelle, materia oscura) e, metaforicamente, identifica nella danza in 7/4 (un tempo musicale asimmetrico) la possibilità di integrare il disordine interiore e prosperare grazie al caos, concetto che già il filosofo Nietzsche aveva fatto dire al suo Zarathustra nell’aforisma della “stella danzante”.
E l’album da cui è estratto? Potete anticiparci qualcosa?
Il secondo disco dell’Illogic Trio dal titolo “Illogic3” è un concept album che inizia a prendere forma nel 2015. Il disco completo uscirà nel 2021 preceduto dall’uscita di alcuni singoli sulle piattaforme digitali e da alcuni videoclip animati attualmente in fase di progettazione. Con questo lavoro durato 5 anni, il trio trasforma in impressioni musicali la riflessione sulla contrapposizione e la sintesi di due concetti: l’ordine e il caos.
Quali sono le vostre influenze artistiche?
Il background del trio è molto diversificato. Proveniamo in maniera diversa da ascolti di ogni tipo. Dal progressive rock, alla musica romantica e contemporanea, al jazz mainstream e sue successive evoluzioni, alla musica elettronica.
Quali sono le vostre collaborazioni musicali?
La nostra esperienza è singolarmente molto variegata. Ognuno di noi ha sviluppato la propria formazione come sideman, band leader e orchestrale. Per citare alcune collaborazioni: Sergio Di Natale, James Senese, Paolo Cimmino, Sandro Deidda, Julia Perminova, Mike Moran, Amit Chatterjee, Antonio De Luise, Joe Amoruso, Nicola Ferro, Gianluca Ruggeri.
Quali sono i contenuti che volete trasmettere con la vostra arte?
Passione, energia, forme alternative di improvvisazione, rispetto per la musica, ricercatezza.
Raccontaci le tue pregiate esperienze di Primo premio “Miletti Great Album Tribute Awards”; Primo premio “Barga Jazz Contest”; Primo premio “Fara Jazz Contest”.
Sono state esperienze entusiasmanti, vissute in momenti diversi, grazie alle quali abbiamo aggiunto consapevolezza rispetto a come la nostra musica viene ascoltata e interpretata. Il fattore comune di questi successi è stata la condivisione sincera del nostro progetto con addetti ai lavori e pubblico, e da parte loro è giunto il messaggio che la musica dell’Illogic Trio è il fine, non il mezzo per esprimere le singole individualità. Ciò che ha conquistato tutti è stata la qualità della nostra musica, per noi la gioia più grande.
Come state vivendo da artista e da persona questo periodo del Covid-19?
Come artisti, vista l’impossibilità di suonare in pubblico, stiamo lavorando con molta energia sulla comunicazione e la promozione del nuovo album “Illogic3”. Proviamo a trasmettere la nostra musica attraverso strumenti alternativi (social, streaming). Inoltre, grazie a TimeTrack Factory, stiamo sviluppando collaborazioni con altri artisti della scena musicale italiana, con l’obiettivo di conoscerci meglio, supportarci reciprocamente, e soprattutto, per noi artisti “di nicchia”, crescere attraverso la condivisione, aprendoci maggiormente al mondo esterno.
Come persone e cittadini del mondo, stiamo vivendo un periodo storico che, seppur tragico, ci auguriamo porti a dei radicali cambiamenti positivi circa l’interazione tra l’uomo e la Madre Terra. Siamo speranzosi
Quali sono i vostri programmi futuri?
Continuare a crescere attraverso l’esperienza di Illogic Trio, sviluppare nuove idee, progetti, anche grazie all’aiuto di TimeTrack Factory, per portare il più lontano possibile la nostra musica, in attesa di condividere nuovamente il palco con il pubblico
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