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Ricevo da un amico un gradito consiglio d’ascolto, l’album New Thing del talentuoso chitarrista milanese Martino Vercesi. Il chitarrista e leader del gruppo propone un album di brani inediti con un sound moderno e fresco. Fra le altre cose, ho gradito molto in questo caso la registrazione in senso stretto, un plauso perciò al Crossroad Studio di Milano e al mix & mastering di Vins De Leo e Matteo Ravelli.

Il chitarrista propone nel suo ultimo, e quinto, album New Thing un quartetto composto da Martino Vercesi alla chitarra, Rudi Manzoli al sassofono tenore, Matteo Rebulla alla batteria e Danilo Gallo al contrabbasso. L’album è edito dalla Alessio Brocca Edizioni Musicali.

Ma procediamo senza indugio verso un ascolto approfondito di questo nuovo album, di cui possiamo apprezzare le 6 tracce originali composte proprio dal Vercesi.

  1. First Coffee Break: primo brano del disco che irrompe con un sound molto moderno e una stesura interessante, dove unisoni e ostinati accompagnano egregiamente l’ascoltatore verso i pregiati soli di chitarra e sax
  2. He won’t get far: un brano che mi suona di qualcosa in stile hard bop e mi ricorda Thelonious Monk. Un bel tiro di contrabbasso e batteria sostiene il tema all’unisono di sax e chitarra. Ad aprire i soli è proprio il sax di Manzoli, che ci da prova di una grande melodicità e conoscenza del linguaggio jazzistico. Il solo di chitarra poi si apre con una bella esplorazione melodica fra chitarra e contrabbasso, per dare una grande apertura e un gran slancio allo stesso Vercesi. Tocca anche qui alla sezione ritmica, che con contrabbasso e batteria hanno ciascuno un bell’incastro coi i rispettivi soli
  3. Fanciful Dream: è un brano etereo, si apre bene con la chitarra e poi il sax con la stesura melodica e poi il lancio per la chitarra. Spezza bene il mood di questo brano dopo le due tracce precedenti, più spinte sotto tanti punti di vista. Qui troviamo un ascolto più intimistico ma allo stesso tempo creativo, dopotutto i sogni si fanno, per lo più, ad occhi chiusi e in contatto con se stessi.
  4. Go Further: che slancio di semitono-tono! Con un’introduzione misteriosa, il Vercesi e la sua chitarra ci accompagnano all’ascolto di questo brano che ha le sembianze free. Chitarra e sax giocano un ruolo molto particolare, grazie al sostegno della sezione ritmica che ancora una volta nell’album compiono un lavoro egregio
  5. Hold on Please: lo stile compositivo del Vercesi, ascolterete, si rifà molto al mondo hard bop e in questo brano ritrovo marcatamente questa matrice. Dopo il tema, con giochi di unisoni fra sax e chitarra, il momento di solo parte con Vercesi. La sezione ritmica offre un sostegno progressivo, crescente e dinamico, seguendo e idee del solista e dando ogni tanto simpatici effetti di chiaroscuro che arricchiscono il solo di chitarra. Tocca poi al sax di Manzoli emozionarci: grazie al suono caldo e a delle bellissime evoluzioni melodiche abbiamo in questo brano un solo ricco e profondo. Non mancano però, per il sax, evoluzioni verso certe temute altezze, qui espresse in modo magistrale e naturale, come si confà ai grandi sassofonisti. Il brano si chiude con un accompagnamento chitarra-sax per il solo di batteria. Quest’ultimo molto delicato e di gran gusto!
  6. Old America: la traccia conclusiva, reca un tributo all’America, la terra che in fondo ci ha dato la grande musica jazz, grazie alla sua commistione di culture, in primis quella europea. Un suono bluesy proviene dal contrabbasso al quarzo di Danilo Gallo, offrendoci una bella introduzione alla chitarra di Vercesi che completa il quadro con un’esposizione dell’introduzione e del tema dal sound estremamente caratteristico. Gli elementi si completano con naturalezza e delicatezza, con l’entrata poi del sax e infine della batteria.

Buon ascolto!


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