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I bemolli sono blu, è il nuovo album dell’AB Quartet in cui si palesa il forte lavoro di ricerca e approfondimento del gruppo, traendo ispirazione dalla musica del grande Debussy.

Edito da TRJ Jazz nel 2020, quest’album è un disegno spettacolare di come l’unione di mondi diversi possa dare vita a un lavoro denso di significato, una ricerca musicale nella ricerca, andare oltre “semplice” il fare brani originali.

L’opera, caratterizzata da 7 brani

  1. Moon
  2. Serenade
  3. Snow
  4. The five notes
  5. Disharmonies
  6. Immagini dimenticate
  7. Movements
è supportata dal grande talento di:
  • Antonio Bonazzo: pianoforte, arrangiamento
  • Francesco Chiapperini: clarinetto e clarinetto basso
  • Cristiano Da Ross: contrabbasso
  • Fabrizio Carriero: batteria e percussioni

Nel panorama jazz e musicale italiano, credo siano pochi gli esperimenti che riescano a trasmettere una tale musicalità, soprattutto con l’aiuto tanto della musica classica quanto di sonorità jazz, portate all’estremo grazie a incursioni di free jazz.

L’AB quartet riesce, anche solo con cinque note, o meglio in “The five notes”, in cui dalle prime cinque note della scala maggiore apprezziamo costruzioni, scherzi, rincorse, fioriture per sfociare in un solido swing e improvvisazioni cariche sia di lirismo che di spigolature.

Il gioco di chiaro-scuro e di opposti è presente in diversi brani, così come in “Serenade” in cui l’alternanza fra clarinetto basso e gruppo nell’esposizione tematica, lascia il passo al contrabbasso che esegue subito il primo solo. Richiami e citazioni col pianista, danno luogo anche a bei momenti corali, così come durante i soli l’interplay è presente, anche se non predominante, affinchè si possa giocare con altri colori e atmosfere musicali. In tal senso, notevole, è proprio l’atmosfera di “Disharmonies” con un intro molto delicato e rarefatto, composto da pochi elementi ma solidi e presenti, note lunghe che ci incuriosiscono e ci prendono nell’ascolto. E proprio quando crediamo di aver compreso la struttura iniziale del brano arriva il tema con sovrapposizioni ritmiche e andamenti paralleli fra gli strumenti, che ci conducono in una dimensione multisonora.

I bemolli sono blu, non è solo, e tanto, un tributo al grande Debussy, e mi scuseranno i puristi, ma un intervento artistico di sperimentazione estremamente valido, da analizzare musicalmente brano per brano, nota per nota. Non c’è solo coraggio e talento, dietro alla realizzazione dell’album, ma una grande passione e la comprensione che la musica è un bene prezioso che supera le etichette e il tempo. La sperimentazione è il sacrificio che solo in pochi possono permettersi di fare, senza ferirsi malamente, e quando è riuscita come in questo caso permette agli artisti che l’hanno condotta, ma anche all’ascoltatore, di progredire verso nuove concezioni musicali.

 


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