Condividi

E’ un album scoppiettante, con brani originali di Fabrizio Scrivano chitarrista e compositore calabrese. Con il Toxicity Trio (small-group composto dal giovanissimo e talentuoso pianista Giuseppe Zangaro, Giovanni De Sossi al basso elettrico e Alessandro Marzano alla batteria) ci offre un lavoro di chitarra e di gruppo di pregio, con diversi spunti molto interessanti. Sento un chitarrismo fatto di linee melodiche e improvvisazioni istintive e inaspettate, fuori dagli schemi di improvvisazioni troppo virtuose e sterili fin troppo ascoltate e stucchevoli.

La tracklist, composta da brani dove si alternano oltre al Toxicity Trio anche una bella voce ad opera di Veronica Parasiliti, si articola così:

  1. In Attesa
  2. Song for Bio
  3. In the Rain
  4. Volo di farfalla
  5. Camelot
  6. Morbino
  7. Focus Land

 

Partiamo subito con “In attesa“. Un brano che mi ricorda dei temi bop, con un titolo che interpreto un po’ in modo ironico. Chissà se Fabrizio Scrivano ha intitolato questo brano e lo ha posizionato al primo posto, per indicare l’attesa della sua prima uscita discografica? Un AABA dove la chitarra fluttua su un’improvvisazione che da il senso di attesa come un costante divenire, con degli spunti ritmici interessanti volti all’interplay. Il piano di Giuseppe Zangaro offre una prospettiva aggiuntiva, un po’ ansiogena fatta di spunti bop e raddoppi articolati, interpretando l’attesa come una rincorsa del momento X.

Passiamo ora al secondo brano, un brano disteso di grande delicatezza e melodia. “Song for Bio” è un ricordo, un tributo, un senso di qualcosa che è venuto a mancare nella sua fisicità, ma come la più bella cometa, ha abbagliato tutti quanti l’hanno vista e vissuta. Questo brano è dedicato alla grande figura di Biagio Granata, un giovane cosentino strappato alla vita precocemente da un incidente stradale. Biagio oltre a essere il “parrino” di Fabrizio Scrivano, è stato per me la persona che materialmente, con l’aiuto di mio fratello, ha procurato il numero di telefono del mio primo maestro di chitarra. Oltre a questi aneddoti personali, Biagio è stato la quintessenza della vitalità: grande chitarrista sia elettrico che acustico, grafico, surfer, skater, snowboarder, amico e fratello di quanti l’hanno conosciuto. Non è per compiacere qualcuno, ma Biagio a distanza di quasi un decennio, manca tantissimo e la sofferenza per la sua grande mancanza non si riesce a lenire nemmeno con gli innumerevoli ricordi che ci legano a lui fatti sempre di vitalità e positività.
Ascoltate questo brano, è di per sè bello, dove con enorme coraggio Fabrizio Scrivano ha raccolto le sue lacrime e i suoi ricordi, trasformandoli in musica. Uno spaccato di vita e amore, tradotte in note e improvvisazioni di pregio.

In the rain” è un brano “elettrico ed eclettico”. Molta influenza funky per un altro tema AABA, che si sposa con l’influenza jazz. Anche le due nature sono state coniugate con un ritmo e un sound moderno. Partenza affidata ai rhodes di Giuseppe Zangaro, con un solo saltellante e ritmico davvero godibile. Arriva così Fabrizio Scrivano, offrendo un’improvvisazione fatta di bei ritmi e spunti di interplay che ben si incastrano con il ritmo di batteria di Alessandro Marzano. Quest’ultimo, per me una scoperta, fra le altre del disco, che si propone con musicalità degna di nota e dona il suo talento non spezzando mai i momenti musicali. Batterista di tecnica ma anche grande sensibilità, versatilità e cultura jazzistica da sottolineare e ricordare.

Volo di farfalla” è una bellissima ballata. Sento molta tradizione jazzistica, sapientemente introdotta nel tema e nella struttura del brano. Il primo assolo è offerto da Giovanni De Sossi che, con grande esperienza e gusto, ci fa sognare sulle note improvvisate ed “effettate” da un chorus che dona un tocco nostalgico al tutto. Poi tocca al leader Fabrizio Scrivano che chiude i soli con le sue note e il tema, con un’improvvisazione in stile con spunti blues e “dissacratori” rispetto alla natura intimistica del brano.

Camelot” si apre con un’apertura di basso elettrico molto invitante. Su di esso il gruppo si aggiunge con Fabrizio Scrivano, con abili giochi, ritmi e suoni evocativi. Il brano è scomposto, un po’ come un piatto di cucina moderna: solo alla fine si prsenta il tema, l’oggetto compositivo nella sua interessa, il senso.

Morbino” è il titolo della traccia seguente, che con un ritmo fra il funk e il jazz, svela la sua essenza melodica fatta di giochi ritmici. L’assolo di Fabrizio Scrivano, fra citazioni e un’anima più blues, si sviluppa subito dopo l’apertura del tema. La struttura del solo, si differenzia armonicamente dal tema dando spazi più ampi e maggiore libertà all’improvvisatore. La chitarra lascia poi spazio al piano elettrico (rhodes) di Giuseppe Zangaro, offrendo un momento di solo che si riempie con note e virtuosismi pieni di interplay e ritmo. Arriva, dulcis in fundo, tutta l’esperienza e la bellezza del basso elettrico di Giovanni De Sossi, a coronare le improvvisazioni e chiudere il brano con frasi molto accattivanti, ora a far respirare l’orecchio, ora a sconvolgerlo con grandi evoluzioni melodiche.

Arriviamo così al fondo della lista: “Focus Land” che si apre con il pianoforte che svela un’introduzione fluviale. Il brano si svela a poco alla volta e su un ritmo lento, di meditazione, per aprirsi a una base per un raddoppio chitarra e voce, molto evocativo ed evanescente.

Un lavoro molto bello che consiglio di ascoltare: dalla sua uscita lo ascolto spesso. Un parere non inquinato dalle mie opioni e gusti dall’affetto che mi lega a un amico e stimato collega: è sempre bello e formativo vedere che un collega/conterraneo realizza lavori di pregio con cui confrontarsi, attingere e crescere. L’ascolto è molto fluido e godibile, il talento di tutti esce regalando davvero dei bei momenti all’ascoltatore.

Buon ascolto!

Fabrizio Scrivano

Fortuity

Official page https://www.facebook.com/fabrizioscrivanoguitar/

 


Condividi