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Non fai in tempo a gustare un lavoro che ne è subito uscito un altro, per il giovane e temerario Francesco Caligiuri.

Eccolo, è “Renaissance” il rinascimento secondo il sassofonista calabrese, che in quest’ultimo lavoro fresco di presentazione, è accompagnato da artisti di livello e di grande esperienza; un gruppo pianoless che vanta la presenza di:

  • Nicola Pisani – soprano sax
  • Michel Godard – tuba, serpent
  • Luca Garlaschelli – double bass
  • Francesco Montebello – drums
  • nonchè Francesco Caligiuri – baritone sax, bass clarinet, flute

 

Renaissance” è stato pubblicato per la prestigiosa etichetta Dodicilune e comprende 8 tracce originali tutte firmate dalla penna di Caligiuri, e sono nell’ordine:

  1. The Breeze
  2. Le petit enfant
  3. Restless
  4. Rêve
  5. Il Canto dei Titani
  6. Double Essence
  7. Relax Your Mind
  8. Renaissance

 

Il brano d’apertura è un soffio che entra negli strumenti a fiato, dopo aver sfiorato le corde del contrabbasso. Il flauto ci fa avvicinare con note evocative al cuore della composizione. Il tema con intrecci, parallelismi e contrappunti, si impone nella sua stesura moderna e avvincente. Il solo iniziale è affidato al sax soprano di Nicola Pisani che con esperienza sa introdurre melodia e raddoppi di tempi via via sempre più incalzanti. Il suono poi diventa più spesso, con il successivo solo di Caligiuri. Il baritono che segue il sax soprano, non solo nella linea improvvisativa, ma anche nel suono, aggiunge fattivamente spessore e crescita al brano.

Le petit enfant” è un brano riflessivo e morbido. La melodia principale affidata nella mani (nelle labbra) del grande Michel Godard, cui si aggiungono fugacemente gli altri fiati. Nel solo del Godard si avvicinano con rispetto ma grande sostegno armonico i sax ad accompagnare. Segue poi, alternando qui a grande lirismo, i soli di Caligiuri e poi Pisani.

Ah già non ve l’avevo detto o forse non ce n’era bisogno… il grande assente è il pianoforte. Personalmente è un sound molto interessante -mi ricorda Mulligan-, che a mio avviso ha aiutato Caligiuri a sperimentare nuove correnti sonore e nuovi strati armonici, che col pianoforte avrebbero certamente trovato maggiore completezza ma non per questo il gioco di “chiaro-scuro” offerto dalla sua assenza è meno significativo. Anzi, l’armonia qui affidata ai fiati, alle linee di basso, offrono quel “less” che diventa “more”, asciugando l’orecchio più spesso e lasciandosi trasportare dagli arrangiamenti.

Restless” com’è Caligiuri. Altra perla fra jazz-moderno-classico. Gli intrecci, come gli instancabili fasci muscolari del giovane artista, si sviluppano verso una ripresa dove l’intreccio si sviluppa in un modo inaspettato grazie a un contributo di pregio ritmico e armonico del contrabbasso di Garlaschelli.
Godard apre la partita dei soli, con note molto evocative a volte free, interpretando in modo personale e più onomatopeico il mood del brano. Segue poi Pisani che con fiumi di note ci dà l’idea di affanno e di impegno, accolto da Caligiuri, creando entrambi una bella tensione nel brano.

Rêve” quarto brano di “Renaissance”, inizia con una bella linea al clarinetto basso a opera esecutiva, oltre che compositiva, di Caligiuri. Dopo l’esposizione tematica del clarinetto all’unisono col contrabbasso, si arricchiesce e struttura l’opera. Un brano molto delicato in un bell’intreccio dei fiati e degli ostinato. Clarinetto basso apre la strada ai soli, con uno sviluppo melodico di gran gusto.

Il prossimo brano mi ricorda l’esperienza in solitaria di Caligiuri. “Il Canto dei Titani” infatti richiama, a mio intendere, “Olimpo” -anch’esso con Dodicilune- non per il titolo quanto per la stesura, l’imponenza e l’impatto sonoro. Il contrabbasso, prima doppiato, poi in solitaria, gioca il ruolo del protagonista. Il suono con l’archetto offre davvero un effetto magico ed evocativo. Dopo è Nicola Pisani che si intreccia a Michel Godard in un momento free, lasciandoli poi soli di dialogare. Il brano si chiude con maestosità e imponenza così com’era iniziato.

Double Essence” inizia con un rapido unisono, ma poi rivela la sua essenza di brano più riflessivo. Godard offre la sua esperienza, aprendo i soli del brano, lasciando spazio poi a Pisani poi a Caligiuri. Si alternano gli artisti con note arabeggianti; le stesse improvvisazioni poi sono uno un crescendo dell’altro. Definirei più che “double” un’essenza multipla in questo brano.

Dopo il “Double Essence” che ci ha, come gli altri brani, sorpreso coi suoi intrecci e le sue rincorse, “Relax your mind“. Ma mica tanto… un frenetico pizzicato del contrabasso, scale discendenti, semicrome… forse il relax deve ancora arrivare! Probabilmente Garlaschelli si sta rilassando, offrendoci un contrabbasso in libertà, con un’introduzione eterea, per questo naturale e davvero rilassante. Un’interpretazione di un’intro di contrabbasso a mio avviso di ottimo pregio, distante anni luce dai clichè. Arriva così la composizione in tutta la sua interezza coi i fiati a creare onde del mare e movimento musicale. I soli sono affidati alle esperienze di Godard e Pisani, Caligiuri si defila, ma più che altro, non è quel tipo di protagonista che impone la sua presenza: la sa dosare senza perdere nulla.

Non è mai detto quale opera dia il titolo a un album, non è una regola, non ci sono regole. Ma un po’ insolitamente, per me, vedo che è l’ultimo il brano a dare il titolo all’intero lavoro: “Renaissance“. La rinascita arriva alla fine, quasi come che dopo un travaglio -artistico e non?- arriva giustamente alla fine un nuovo inizio. Voglio leggerlo così, un percorso artistico che si sviluppa in questo nuovo racconto del talentuoso Francesco Caligiuri, all’interno del quale c’è la parabola preparazione-tensione-risoluzione chiudendo con l’ultimo brano un cerchio ideale. Pisani, Godard, Caligiuri, questo è l’ordine dei soli, su un tessuto quasi free fra batteria e contrabbasso.

Col silenzio, un wiskey, buon ascolto di “Renaissance”:

 

 


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